

P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita
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La Competizione Esistenziale
La Competizione Esistenziale è una Regola Individuale che si genera per agire o reagire, a fronte di un potenziale Rischio Stare in Vita, attivando ormoni come l’adrenalina, necessari per stimolare l’attività cardiaca e neuromuscolare.
Può essere appresa già durante la gravidanza o nell’infanzia, per Specchiamento verso uno o entrambi i Creatori-Genitori, quando questi proiettano nel Territorio (ambiente famigliare) la percezione di un Rischio Esistenziale più o meno elevato, anche se non più presente ma fa riferimento a eventi traumatici avvenuti nello Spazio-Tempo Passato, e vissuti ancora come attuali (vedi storia Correre).
Già dalla gravidanza il nucleo famigliare diventa il primo Territorio di Competizione con il quale fare i conti. Come nella storia Fino all’ultimo respiro, per i gemelli può riguardare l’assorbimento dei nutrimenti e il Controllo del Territorio Circostante (utero, placenta) e mantenersi anche nell’infanzia, tra di loro o con altri fratelli e sorelle, per avere le attenzioni di mamma e/o di papà.
Durante l’adolescenza la Competizione può rivolgersi verso uno dei due genitori, una figlia contro la madre o un figlio contro il padre, non solo a livello affettivo ma anche professionale, soprattutto tra maschi.
Inoltre la Competizione può esserci con un fratello o una sorella, compagna o compagno, tra coniugi, un parente, un allenatore, le amicizie o i colleghi sul posto di lavoro.
Nelle attività sportive vincere fa piacere a tutti e nessuno intenzionalmente vuole perdere: che si tratti di sport individuale o di squadra, di giochi da tavolo (scacchi, dama, carte e altri giochi di società), si attiva la Competizione Esistenziale. Ciò che differisce è l’Identificazione che si fa di sé stessi con l’aver vinto o perso.
Quando la Competizione è Creatrice, la sfida o la partita diventa un momento di crescita personale e di Condivisione Reciproca. Vincere è prima di tutto una sfida con sé stessi, uno stimolo a migliorarsi, rispettando l’avversario e le regole di gioco. La sconfitta risulta così un momento di apprendimento, di Valutazione verso gli aspetti tecnici, tattici, mentali o fisici, riconoscendo le proprie lacune e/o i meriti e la superiorità dell’avversario.
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Estratto dal libro “Non si sfugge a Sé Stessi”.