

P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita
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E adesso che faccio? – Osservazioni Esistenziali
Durante la gravidanza si possono verificare situazioni che il feto percepisce come a Rischio Esistenziale. Quando ciò avviene in prossimità del parto, può generare delle Regole Individuali Infantili per bloccare, temporaneamente, il suo naturale percorso di uscita dall’utero.
Nella storia sopra citata, seppur pronto a nascere, il feto aveva trovato la via sbarrata, perché la madre aveva preferito seguire le indicazioni del medico e ritardare di una settimana il parto, piuttosto che avere fiducia nei segnali che riceveva dal suo corpo, e predisporsi per partorire quel giorno stesso. Il feto vive così il conflitto, se insistere e forzare l’uscita o rinunciare e sottostare a tempistiche che non sono le sue, pur di Stare in Vita.
Sceglie di non insistere. Così genera la Regola Individuale Infantile che il non agire e l’attesa lo tengono in vita: “E adesso che faccio? Aspetto, ecco che faccio e vediamo che succede".
Infatti, il parto si rivela travagliato tanto da richiedere il taglio cesareo.
Durante l’infanzia e l’adolescenza, l’utilizzo di tale Strategia, nelle situazioni percepite a Rischio Esistenziale, ha portato il protagonista a rallentare l’attività di alcune funzioni cognitive prima di agire, come pensare più lentamente e osservare con maggiore attenzione l’ambiente circostante.
Ma come raccontato nella storia e come vedremo meglio in seguito, senza un aggiornamento delle proprie Regole Individuali Infantili, negli anni si possono incontrare difficoltà in diversi ambiti della vita, altrimenti risolvibili generando nuove Regole Individuali Creatrici.
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Estratto dal libro “Non si sfugge a Sé Stessi”.