

P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita
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Correre
“Non corro per piacere, né per sport, neppure per stare in forma. Corro per stare in vita.”
Corro come correva mio padre, nella neve alta un metro, nelle sabbie infuocate del deserto, e poi nei boschi, per sfuggire ai proiettili, alle bombe, alle rappresaglie, insomma, per stare in vita.
Corro fin da quando ero nella pancia di mia madre, anche lei correva per sfuggire alle bombe, ai proiettili, alle violenze e agli stupri, per trovare un pezzo di pane, per stare in vita.
Correre non è un piacere, né uno sport, né salutare, non ti fa stare bene quando impari a vivere in questo modo.
Corro perché così mi ha insegnato mio padre, fin da bambino.
Corro per arrivare prima degli altri fratelli, corro per controllare cosa faranno, corro per dimostrargli che un giorno sarò il suo degno successore alla guida dell’azienda.
“Non corro per piacere, né per sport, neppure per stare in forma. Corro per stare in vita.”
Corro anche quando dormo, corro anche mentre sogno.
E mi sveglio sudato e stanco, come dopo una maratona.
Sogno che il traguardo è lì, anche se non lo vedo.
Sogno che non arrivo mai.
A volte sogno che mi fermo a riprendere fiato, piegato sulle ginocchia, la testa china, a guardare le gocce di sudore spiccare il salto dalla punta del naso.
Ho paura di non riuscire più a raddrizzarmi e riprendere a correre.
Ho il terrore di non riuscire a fermare questo incubo.
E mi sveglio spaventato dal peggiore dei presentimenti.
Corro sul lavoro per controllare i dipendenti, per controllare la produzione, per incontrare i clienti.
Corro anche a casa per controllare mia moglie, non che non mi fidi.
Per controllare quei figli che un giorno prenderanno il mio posto. E questo mi spinge a correre di più, perché non so farne a meno.
Corro anche nei fine settimana: maratone, mezze maratone, campestri, sono un divoratore di competizioni.
Corro anche in ferie, vado dove ci sono le corse più lunghe, più lunghe delle maratone, come le cento chilometri e oltre.
“Non corro per piacere, né per sport, neppure per stare in forma. Corro per stare in vita.”
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Estratto dal libro “Non si sfugge a Sé Stessi”.